Il cedro (Citrus medica) è originario dell’Asia sud-orientale, in particolare dell’area del Bhutan. È un arbusto o piccolo albero, alto fino a 8 m, con portamento irregolare e rami spinosi, rosso-violetti da giovani. Le foglie, ovali-oblunghe, con margine dentato, medio-grandi (lunghe fino a 20 cm), sono rossicce appena emesse e poi verde scuro. I fiori sono grandi e di colore rosso-violaceo in boccio; all’apertura hanno interno bianco ed esterno soffuso di viola; riuniti in racemi di 3-12 all’apice dei rami, possono essere ermafroditi o maschili per aborto del gineceo. La fioritura è continua, con picchi in primavera e autunno. I frutti, del peso di 300-600 g, sono grandi (fino a 30 cm di lunghezza), oblunghi o ovali.
Consigli di coltivazione
Prima di mettere a dimora un cedro, bisogna valutare la ventosità della zona (scirocco, maestrale, venti marini), perché i venti persistenti possono provocare gravi danni. Eventualmente, si devono prevedere adeguati frangiventi vivi (piante) o artificiali (graticci, reti ecc.). Pur vegetando bene in presenza di calcare, il cedro non tollera i suoli eccessivamente argillosi (argilla >35%) e quelli troppo calcarei (carbonato di calcio >30%). L’ideale è un terreno argilloso-calcareo, profondo, fertile, in posizione appena ventilata e ben soleggiata (per fiorire e fruttificare bene). Non sopporta il freddo: a 0 °C viene gravemente danneggiato tanto da non sopravvivere. Può quindi essere coltivato solo in zone dove il termometro non scenda sotto lo zero, oppure in vaso da riparare nella “limonera” in inverno nel Nord Italia.
Da non dimenticare
È uno dei pochi agrumi che si possono propagare per talea, anche se il cedro franco di piede è facilmente preda di marciumi radicali.