I suoi fiori larghi e vistosi, con i petali leggermente stropicciati e di aspetto cartaceo, singoli o doppi al punto da sembrare rose con fitti petali, sbocciano su steli altissimi che non di rado superano i due metri e arrivano anche ai tre metri. La malvarosa è una pianta davvero poco esigente, che vive di nulla, in terreni poveri, calcarei, anche sassosi. Rinasce ogni anno dal cespo radicale che supera indenne gli inverni rigidi e umidi.
Consigli di coltivazione
Può essere tratta come annuale o perenne, nel primo caso l’altezza dello stelo rimane inferiore al metro e mezzo e quindi più adatta per composizioni e bordure miste. Il seme si fa germogliare in semenzaio, in vaschette singole diradando dopo la nascita dei germogli per conservare solo quello più robusto. Oppure si semina direttamente a dimora a partire da aprile. Gli esemplari tenuti come perenni vanno tagliati raso terra a fine settembre-ottobre, quando la parte aerea si è seccata. Irrigazioni regolari in primavera-estate e un po’ di concime organico una volta al mese contribuiscono a migliorare le fioriture, ma la pianta se la cava benissimo anche da sola.
Da non dimenticare
Il fogliame è sensibile alla ruggine, malattia fungina che provoca pustole rosse sul fogliame, e all’oidio. Per limitare il problema conviene piantare gli esemplari in zona arieggiata, non fitti fra loro, togliendo subito il fogliame che dia i primi segni di malattia per rallentarne la diffusione. Si può anche trattare con un prodotto fungicida biologico.