si assomigliano molto.
Ambedue desiderano un ambiente caldo e, per produrre frutti grossi, necessitano
di molta acqua: possono tollerare brevi carenze, ma a scapito della pezzatura delle bacche. Evitate l’irrigazione a pioggia perché può favorire gli attacchi fungini e provocare scottature sui frutti. Pur essendo ortaggi che hanno bisogno di ripetute irrigazioni, non si deve mai eccedere con i quantitativi d’acqua. Il terreno deve assorbire bene l’acqua senza scorrimenti in superficie né ristagni. I suoli preferibili sono di medio impasto, freschi, profondi e ben drenati, ricchi di sostanza organica.
Bisogna lavorare il terreno in modo da renderlo soffice e permeabile, sistemando a prode le aiuole. Vanno concimati abbondantemente con fertilizzanti organici, distribuendo anche letame maturo se il suolo è sabbioso o argilloso. Richiedono soprattutto potassio e azoto, frazionando le forniture tra l’impianto e la copertura.
Non coltivatele su terreni “stanchi”, evitate i ristoppi (cioè la ricoltivazione nella stessa parcella l’anno successivo) e gli avvicendamenti a pomodoro, melanzana, patata e cavolfiore. La successione più adatta è con Leguminose e Alliacee, mentre le consociazioni migliori sono con carciofi, finocchi e lattughe. I trapianti si eseguono una volta superati i rischi di gelate tardive, con una densità di 2,5-3,5 piante/mq, in file distanziate di 90-100 cm, con piante a 30-50 cm l’una dall’altra. I sesti più ampi garantiscono migliori condizioni di arieggiamento e luminosità.
Il tradizionale ciclo di coltivazione in campo prevede il trapianto delle giovani piante in primavera-estate, iniziando in marzo nel Sud Italia e in maggio nel Nord. Nelle colture protette il ciclo può essere anticipato o posticipato di uno o due mesi allo scopo di estendere il periodo di produzione.