Originario dell’Estremo Oriente e considerato un fossile vivente, nelle sue terre d’origine viene coltivato dai monaci buddisti per la bellezza autunnale, quando le foglie si ammantano d’oro prima di cadere, e per la felicità con cui risponde alle tecniche colturali bonsai. E’ coltivabile secondo gli stili eretto informale e tronco multiplo; grazie alla ramificazione imponente e alle foglie di grandi dimensioni è utilizzabile per bonsai di medie e grandi dimensioni, ma non per quelli piccoli. Esistono esemplari femmina (che producono anche i frutti) ed esemplari maschi.
Consigli di coltivazione
Può vivere in pieno sole in ogni stagione, dopo i tre anni d’età (le piante giovani vanno riparate in estate). In inverno va protetto in serra fredda o in una stanza luminosa ma non riscaldata, per salvaguardare l’apparato radicale sensibile all’umidità stagnante. Richiede molta acqua durante la stagione di crescita, quasi nulla in inverno. Nonostante la crescita lenta, fino ai 10-15 anni d’età va rinvasato ogni anno; in seguito ogni tre anni.
Da non dimenticare
Il migliore per questa specie è costituito da 70% akadama, 20% sabbia 20% e 10% terriccio.