Primavera, è il momento dei rinvasi, operazione che può essere necessaria sia per le piante indoor che per quelle del balcone o giardino. Il rinvaso è un intervento che può sembrare delicato e complesso, e che pone spesso molti dubbi. Tutte le piante vivono in natura in piena terra o in situazioni dove le loro radici trovano comunque le condizioni per espandersi (per esempio tra le pietre di un muro, nell’incavo dei rami di un albero, tra i sassi di una spiaggia...). In vaso, lo spazio può risultare insufficiente per garantire una crescita soddisfacente. Inoltre, se il vaso è piccolo la pianta è molto più esposta al rischio che il terriccio si asciughi troppo rapidamente, provocando danni da siccità. In balcone, anche in primavera e non solo in estate, ciò può avvenire nel giro di poche ore, a volte anche in meno di un’ora se il contenitore è molto piccolo e se al sole si associa l’azione del vento.
Il rinvaso, anche se utile, comporta uno stress per l’apparato radicale; è quindi importante accertarsi che la pianta sia in buono stato di salute. Se presenta segni di parassiti o macchie sul fogliame dovute a malattie fungine, è preferibile effettuare un intervento con un prodotto idoneo (in caso di dubbio consultare il personale del punto vendita).
Quando rinvasare?
Il rinvaso va eseguito dopo l’acquisto per la maggior parte delle piante (da interno e da balcone), meglio se entro pochi giorni. La ragione è legata al fatto che il contenitore vivaistico è sottodimensionato rispetto alle necessità di sviluppo nel tempo: va bene per le fasi di produzione della pianta, in serra, ma nel giro di un po’ di tempo (dipende dal tipo di pianta e dal suo trend di sviluppo) le radici avranno bisogno di maggiore spazio. Il rinvaso va in genere effettuato ogni anno dei primi due o tre anni di età della pianta, in seguito sarà necessario solo quando l’esemplare ha raggiunto dimensioni importanti e il vaso risulta visibilmente sottodimensionato, con le radici che fuoriescono dai fori sul fondo. La primavera è un periodo consigliato per i rinvasi, allo scopo di creare le migliori condizioni per lo sviluppo, favorito dall’aumento delle ore di luce e di temperatura. Scegliete preferibilmente un momento nella fase di luna calante, quando le radici sono stimolate ad allungarsi nel terriccio che avete utilizzato nel nuovo vaso. Importante: non effettuate il rinvaso quando la pianta è assetata. Prima innaffiate, lasciate assorbire e trapiantate quando il terriccio è inumidito ma non fradicio.
Come rinvasare?
L’operazione in sé non è particolarmente difficile ma occorre effettuarla con calma e attenzione; un intervento affrettato e approssimativo può causare seri danni alle radici, con difficoltà di ripresa. Nella pagina a fianco, il tutorial illustra come effettuare correttamente il rinvaso. Se la pianta è in un vaso già molto grande, potete scegliere di non cambiarlo, limitando l’intervento al ricambio dello strato superficiale di terriccio. Asportatelo delicatamente e sostituitelo con nuovo terriccio.
A prescindere dalla dimensione (vedere sotto), il vaso deve avere i fori di drenaggio dell’acqua. I vasi di terracotta sono consigliati per le piante che amano avere il substrato solo leggermente umido, per esempio le grasse, gli agrumi, le piante mediterranee in genere. Il vaso in resina è molto utile se le piante sono esposte al sole e al vento (nella plastica il terriccio asciuga meno rapidamente) e dove c’è un problema di peso.
Come scegliere il terriccio?
Il terriccio deve essere sempre nuovo e di alta qualità: non utilizzate terricci recuperati da vasi di altre piante, perché sono impoveriti. Che cosa succede, se usiamo, per esempio, un terriccio per gerani nel vaso destinato a una rosa o un rosmarino? Niente di grave. Le uniche piante che esigono il “loro” terriccio sono le acidofile (azalee, camelie, rododendri...) e le orchidee. Certamente, la scelta del terriccio specifico fornisce alle piante una maggiore energia, rispondendo a esigenze specifiche e consentendo così un risultato migliore in termini di sviluppo e di produzione di fiori.