Spontaneo in Italia, il biancospino comune ´Crategus mongyna) è simbolo del risveglio primaverile con la sua effimera e meravigliosa fioritura selvatica lungo i bordi delle strade di campagna. In giardino esistono varie specie e varietà che danno ottimi risultati sia come ingrediente di siepi miste che come esemplare singolo in forma di alberello.
Consigli di coltivazione
I biancospini resistono bene al vento e al pieno sole, all’aria inquinata e alla mancanza di cure, e possono formare siepi difensive dal momento che i rami sono spinosi. Se si vuole ottenere il meglio conviene piantarli in terreni fertili, anche calcarei o pesanti, fornendo ogni anno a fine inverno una generosa concimazione organica (letame, stallatico oppure prodotto a lenta cessione). Il biancospino reagisce bene alle potature, pertanto se con gli anni le piante condotte a siepe tendono a spogliarsi, è possibile ringiovanirle con una severa potatura da farsi a fine inverno.
Da non dimenticare
Le varietà a fiori rossi, come Crataegus oxicantha ‘Paul’s Scarlett’, sono molto decorative e fioriscono a metà aprile in posizioni soleggiate. Del biancospino selvatico italiano, Crataegus monogyna, esistono anche varietà a fiori doppi.
Biancospino: come e quando irrigare
Il biancospino comune (Crataegus monogyna) è rustico e, se piantato in piena terra, resiste senza problemi anche alla siccità prolungata. Se però si vuole coltivare un bell'esemplare e mantenerlo in salute è bene non fargli mai mancare l'acqua, irrigando in buona quantità nel periodo della fioritura e della maturazione dei frutti, ma senza mai far patire la sete negli altri periodi. In inverno, durante il riposo vegetavo, le irrigazioni si possono sospendere del tutto. In vaso resiste bene, ma le irrigazioni dovranno essere più frequenti, soprattutto se la pianta riceve sole diretto. Se si decide di coltivare un'altra specie è bene informarsi presso il vivaio o garden center (o facendo ricerche attraverso il nome della specie che si trova sul cartellino) sulle corrette esigenze idriche, in modo da fornire le cure migliori.
Per irrigare la pianta con il tubo da irrigazione, sia in giardino che in terrazzo, è utile dotarlo di una pistola multifunzione (getto concentrato, aerato, nebulizzato o doccia per scegliere l'idonea modalità di somministrazione dell'acqua).
La scelta migliore rimane però un sistema a goccia, che consente di evitare gli sprechi idrici e calibrare la fornitura di acqua in base alle necessità. Se la pianta è in giardino si può utilizzare un sistema con gocciolatori, aspersori o micronebulizzatori, collegando l'impianto a un programmatore a una o due vie (che consente l'irrigazione su linee indipendenti, diversificandole per ritmi e quantità di acqua).
In terrazzo, se c'è un rubinetto o presa d'acqua si può installare un sistema con erogatori a goccia da collocare nei vasi, automatizzato da un programmatore, per un'irrigazione su misura e senza sprechi.
Se in terrazzo non c'è a disposizione un rubinetto, la scelta ideale è il sistema di microirrigazione Claber Aqua-Magic System, collegabile al serbatoio Claber Aqua-Magic Tank che consente di irrigare anche senza collegare l'impianto al rubinetto. Il kit contiene la dotazione completa per irrigare 20 vasi e un programmatore di facilissimo impiego, alimentato con pannello fotovoltaico per ottenere energia dal sole: non serve collegarsi alla rete elettrica.