Pianta erbacea molto graziosa, l’alchechengi (chiamato anche "chichinghero") dà il meglio di sé in autunno con l’appariscente frutto, paragonabile a un lampioncino cinese. Infatti, il calice fiorale si ingrossa progressivamente fino a una lunghezza di 5-7 cm: si gonfia assumendo l’aspetto di un palloncino di carta pergamena, e contemporaneamente cambia colore, passando dal verde iniziale al rosso acceso dell’autunno. L’alchechengi è una pianta resistente e molto decorativa per l’autunno-inverno.
Consigli di coltivazione
I semi vanno posti nei vasi a marzo e tenuti al caldo fino a primavera inoltrata, poi le piantine si trasferiscono in piena terra o in un vaso piuttosto grande. Oppure si semina a spaglio all’aperto in aprile. Le piante vanno distanziate di almeno 80-90 cm sulla fila e di 40 cm tra le file. Richiedono un’esposizione soleggiata e un terreno ben drenato, fresco e fertile. E’ bene eseguire anche la cimatura, che favorisce la ramificazione e quindi una maggiore quantità di frutti.
Da non dimenticare
In autunno si possono recidere i fusti e le ramificazioni con i palloncini rossi: per conservarli si fanno lentamente essiccare all’ombra.
Alchechengi: come e quando irrigare
L'alchechengi è moderatamente esigente: in vaso è necessario irrigarlo a giorni alterni nei periodi più caldi, mentre in piena terra è sufficiente 2-3 volte alla settimana, a seconda della temperatura e dell'esposizione al sole. Attenzione ai ristagni idrici, che possono causare problemi di salute alla pianta, perciò favorite un buon drenaggio.
Per irrigare la pianta in giardini e terrazzi dotati di rubinetto o presa d'acqua si può impiegare il tubo da irrigazione, dotandolo di una pistola multifunzione (getto concentrato, aerato, nebulizzato o doccia per scegliere l'idonea modalità di somministrazione dell'acqua).
La scelta migliore rimane però un sistema a goccia, che consente di evitare gli sprechi idrici e calibrare la fornitura di acqua in base alle necessità. Nelle aiuole in giardino si può utilizzare un sistema con gocciolatori, aspersori o micronebulizzatori, collegando l'impianto a un programmatore a una o due vie (che consente l'irrigazione su linee indipendenti, diversificandole per ritmi e quantità di acqua).
In terrazzo si può installare un sistema con erogatori a goccia da collocare nei vasi, automatizzato da un programmatore, per un'irrigazione su misura e senza sprechi.
Se in terrazzo non c'è a disposizione un rubinetto, la scelta ideale è il sistema di microirrigazione Claber Aqua-Magic System, collegabile al serbatoio Claber Aqua-Magic Tank che consente di irrigare anche senza collegare l'impianto al rubinetto. Il kit contiene la dotazione completa per irrigare 20 vasi e un programmatore di facilissimo impiego, alimentato con pannello fotovoltaico per ottenere energia dal sole: non serve collegarsi alla rete elettrica.