Con il nome di timo (Thymus vulgaris) si indicano numerosissime specie (si parla di un centinaio spontanee solo in Italia, a cui vanno aggiunte le numerosissime varietà con profumi diversi) difficilmente distinguibili tra di loro anche per gli esperti botanici, ma dalle medesime proprietà. È un arbusto nano perenne al Sud e annuale nel Nord Europa, molto aromatico e riccamente ramificato. Gli steli, ascendenti e lignificati alla base, hanno sezione quadrata. Le foglie, sempreverdi, sono opposte e piccolissime (4-8 mm di lunghezza), a forma lineare-ellittica; sono pelose sulla pagina inferiore e biancastre alla base. I piccoli fiori sono riuniti in spighe di colore bianco, rosa o lilla. Le diverse specie differiscono tra loro per aspetto e forma delle foglie.
Consigli di coltivazione
La coltivazione è semplicissima in vaso o nell’orto, va seminato su terreno sabbioso e povero ed in seguito non richiede alcuna cura particolare. Sull’arco alpino va protetto durante l’inverno. Gradisce (ma non è indispensabile) una concimazione con letame maturo o stallatico secco in autunno. Costituisce un’aromatica soluzione per bordure e giardini rocciosi.
Da non dimenticare
Contiene un olio essenziale a base di timolo, linalolo, borneolo, cimolo e carvacrolo, che lo rendono emolliente, espettorante e antispastico. Il timolo è un potente antibatterico, balsamico, antisettico e antiodorante. È indicato per disinfettare l’apparato respiratorio e gastrointestinale. In cucina qualche fogliolina fresca insaporisce insalate e formaggi, mentre i fiori vivacizzano le tartine con formaggio cremoso, e le insalate estive di riso o di verdure. Essiccato, si unisce a brodi, minestre, zuppe, tortelli e risotti, alle marinate di pesce e di carne, ai ripieni di cacciagione, alle uova, a pane e pizze, e alle verdure, funghi compresi. È preferibile l’aggiunta a fine cottura, per conservarne l’aroma.
Timo: come e quando irrigare
Il timo è una pianta adattata alle secche estati mediterranee, quindi resiste perfettamente a periodi di siccità anche prolungata. Per mantenere la pianta in salute è bene irrigare ogni 2-3 giorni nei periodi più caldi, quando il terriccio risulta ben asciutto, così da non lasciare che la pianta entri in stress idrico.
Per irrigare le piante aromatiche con il tubo da irrigazione, sia in giardino che in terrazzo, è utile dotare il tubo di una pistola multifunzione con getto concentrato, aerato, nebulizzato o doccia per scegliere l'idonea modalità di somministrazione dell'acqua.
La scelta migliore rimane però un sistema a goccia, che consente di evitare gli sprechi idrici e calibrare la fornitura di acqua in base alle necessità e bagnando alla base o sul terreno, senza bagnare le foglie delle piante. Si può utilizzare un sistema con gocciolatori, aspersori o micronebulizzatori, collegando l'impianto a un programmatore a una o due vie (che consente l'irrigazione su linee indipendenti, diversificandole per ritmi e quantità di acqua).
Per le piante aromatiche in terrazzo, se c'è un rubinetto o presa d'acqua si può installare un sistema con erogatori a goccia da collocare nei vasi, automatizzato da un programmatore elettronico, per un'irrigazione su misura e senza sprechi.
Se in terrazzo non c'è a disposizione un rubinetto, la scelta ideale per le piante aromatiche in vaso è il sistema di microirrigazione Claber Aqua-Magic System, collegabile al serbatoio Claber Aqua-Magic Tank che consente di irrigare anche senza collegare l'impianto al rubinetto. Il kit contiene la dotazione completa per irrigare 20 vasi e un programmatore di facilissimo impiego, alimentato con pannello fotovoltaico per ottenere energia dal sole: non serve collegarsi alla rete elettrica.