Unica specie del genere Ricinus, il ricino (R. communis) è una pianta appartenente alla famiglia delle Euforbiacee ed è originario dell’Africa tropicale. Si tratta di una pianta erbacea o arborescente, annua o perenne secondo le condizioni climatiche della zona. Ha un’altezza media di 2-3 metri. Le foglie sono palmato-lobate (da 5 a 12 lobi) con bordo dentato, verdi o rosse, palmate e caduche; alcune varietà ornamentali hanno le foglie con la faccia inferiore e il picciolo colorati di rosso. Il ricino è una pianta monoica con i fiori raggruppati a grappoli in un’infiorescenza sulla cui parte basale sono collocati quelli maschili, mentre i fiori femminili si trovano nella parte alta. La fioritura avviene in estate. I frutti sono dati da capsule spinose, costituite da tre valve, che a maturazione si aprono liberando tre semi di circa 1 cm. I semi sono ricchi di un olio che deve le sue proprietà purgative alla presenza dell’acido ricinoleico.
Consigli di coltivazione
La coltivazione di questa pianta non presenta grossi problemi, a condizione di fornire un buon ammendante organico (letame maturo, stallatico secco, guano, pollina ecc.) in primavera e di fornire alla pianta un substrato ricco, ben drenato, con pH neutro. È preferibile un’esposizione al sole o mezz’ombra. Si possono acquistare le piantine già pronte (non molto facili da reperire) oppure seminare i semi in aprile a temperatura costante di 20 °C, dopo averli tenuti immersi in acqua per 24 ore per "risvegliarli" dalla quiescenza.
Da non dimenticare
Con il ricino non bisogna esagerare. L’olio contenuto nei semi, ricco di ricina (una proteina tipica di questa specie) e di acido ricinoleico, altera la mucosa intestinale e provoca grosse perdite di acqua e sali minerali, per cui svolge un’azione purgativa intensa, che può rivelarsi irritante nei casi di eccesso. La ricina, infatti, è una tossina pericolosa che può provocare gravi intossicazioni.
Ricino: come e quando irrigare
Il ricino richiede annaffiature costanti durante tutta la bella stagione, meglio se abbondanti, tanto da lasciare il terreno sempre umido. È quindi preferibile coprire il terreno con una buona pacciamatura, soprattutto se in vaso esposto al sole, dove l'evaporazione è più forte.
Per irrigare le piante aromatiche con il tubo da irrigazione, sia in giardino che in terrazzo, è utile dotare il tubo di una pistola multifunzione con getto concentrato, aerato, nebulizzato o doccia per scegliere l'idonea modalità di somministrazione dell'acqua.
La scelta migliore rimane però un sistema a goccia, che consente di evitare gli sprechi idrici e calibrare la fornitura di acqua in base alle necessità e bagnando alla base o sul terreno, senza bagnare le foglie delle piante. Si può utilizzare un sistema con gocciolatori, aspersori o micronebulizzatori, collegando l'impianto a un programmatore a una o due vie (che consente l'irrigazione su linee indipendenti, diversificandole per ritmi e quantità di acqua).
Per le piante aromatiche in terrazzo, se c'è un rubinetto o presa d'acqua si può installare un sistema con erogatori a goccia da collocare nei vasi, automatizzato da un programmatore elettronico, per un'irrigazione su misura e senza sprechi.
Se in terrazzo non c'è a disposizione un rubinetto, la scelta ideale per le piante aromatiche in vaso è il sistema di microirrigazione Claber Aqua-Magic System, collegabile al serbatoio Claber Aqua-Magic Tank che consente di irrigare anche senza collegare l'impianto al rubinetto. Il kit contiene la dotazione completa per irrigare 20 vasi e un programmatore di facilissimo impiego, alimentato con pannello fotovoltaico per ottenere energia dal sole: non serve collegarsi alla rete elettrica.