Simbolo della città di Agrigento e della Valle dei Templi, dove ogni anno in gennaio-febbraio si tiene un’importante sagra che celebra la bellezza della fioritura, il mandorlo è ampiamente diffuso in tutto il Meridione d’Italia, dove i frutti vengono largamente impiegati per i tradizionali dolci a base di pasta di mandorle.
Consigli di coltivazione
Il mandorlo non ama le zone umide e nebbiose, né quelle con estati afose e umide: è quindi sconsigliato per la Val Padana. Vuole terreni fertili, freschi, non troppo compatti, senza ristagni idrici e con pH superiore a 7. In cambio, resiste alla siccità, anche prolungata. E’ meglio scegliere una varietà locale, più resistente, magari autofertile (cioè in grado di fecondarsi da sola), oppure due piante autosterili, da porre a 10 m di distanza una dall’altra. Il punto dell’innesto va lasciato in superficie. Per una rapida entrata in produzione, bisogna annaffiare le piantine durante la successiva estate: in questo caso si lascia l’erba sul terreno, falciandola ogni mese; si diserba invece il terreno se non si può irrigare il nuovo mandorlo. Si pota in dicembre, tagliando un quinto dei rami, oltre a quelli secchi o spezzati. Il mandorlo è poco soggetto a malattie: i trattamenti antiparassitari non sono necessari.
Da non dimenticare
Le mandorle si raccolgono tra la seconda metà di agosto e tutto settembre, a seconda della varietà: il momento giusto è quando quasi tutti i frutti hanno il mallo peloso già aperto.