Viene definito anche fossile vivente perché è l’unico albero dell’era Giurassica sopravvissuto fino a oggi, grazie alla coltivazione nei giardini dei templi cinesi e giapponesi. È giunto in Europa nel Settecento. Può raggiungere i 40 m d’altezza e gli 8 m di diametro. I rami sono orizzontali o rivolti verso l’alto; la chioma è piramidale. Le foglie hanno la tipica forma a ventaglio con nervature che partono tutte dal picciolo. Sono di colore verde tenero che si tinge d’oro prima di cadere. È una specie dioica (esistono piante femminili e piante maschili): la maturità sessuale si ha verso i 30-40 anni. Il frutto assomiglia a una ciliegia gialla pruinosa, la cui polpa emana un odore nauseabondo. In Estremo Oriente i semi sono considerati una prelibatezza e vengono mangiati dopo averli arrostiti.
Consigli di coltivazione
Resiste al gelo (fino a –35 °C), alla neve e ai venti freddi, all’inquinamento urbano e alla siccità (va però annaffiato bene nei primi anni dopo l’impianto). Lento nella crescita, va aiutato con concimazioni azotate in primavera ed estate. Preferisce esposizioni soleggiate o a mezz’ombra. Gradisce terreni acidi e non pesanti, ma si adatta anche a situazioni non ottimali. Non va potato: i rami tagliati tendono a seccarsi.
Da non dimenticare
Il riconoscimento del sesso è molto difficile perché non esistono caratteri evidenti prima della maturità sessuale. Per la coltivazione si ricorre a individui maschili ricavati asessuatamente mediante innesto.