È una palma sempreverde dalla crescita lenta, alta fino a 6 m, dal tronco corto e allargato, culminante con una chioma arrotondata, formata da fronde arcuate di colore verde bluastro che possono raggiungere i 2 m di lunghezza. In primavera si sviluppano tra le fronde grandi pannocchie di piccoli fiori color crema o tendenti al porpora, dal profumo fruttato, cui seguono moltissimi frutti ricchi di una polpa succosa, ma fibrosa e con un nocciolo durissimo.
Consigli di coltivazione
Può resistere anche sotto zero, purché collocata in posizione riparata, in pieno sole e in suolo molto drenato. Al Nord può essere coltivata in vaso (minimo 50 cm di lato). Cresce bene su terreni fertili, anche a mezz’ombra nelle zone più calde. Una volta ambientata non necessita di concime. Occorre eliminare le vecchie fronde rimaste attaccate al tronco, ma solo dopo che si sono completamente disseccate.
Da non dimenticare
Il clima primaverile, con elevato sbalzo termico tra ore diurne e ore notturne, e piogge abbastanza frequenti, può favorire lo sviluppo di malattie fungine, che vanno trattate preventivamente con un fungicida sistemico, prima che le gemme diventino eccessivamente grosse. Al contrario di altre palme, è poco sensibile all'attacco del famigerato punteruolo rosso: è quindi indicata per zone molto infestate.
Butia: come e quando irrigare
Butia capitata è parecchio resistente alla siccità, come molte altre palme. Subito dopo l'impianto e nei due o tre anni successivi è bene irrigare con una certa regolarità, lasciando asciugare bene il terreno tra le irrigazioni, perché questa palma è estremamente sensibile ai ristagni idrici. Da adulta si accontenta spesso delle piogge, ma laddove non siano sufficienti è bene irrigare almeno una volta alla settimana. In vaso va irrigata con molta più regolarità, non appena il terreno si asciuga totalmente.
Per irrigare la pianta con il tubo da irrigazione, sia in giardino che in terrazzo, è utile dotarlo di una pistola multifunzione (getto concentrato, aerato, nebulizzato o doccia per scegliere l'idonea modalità di somministrazione dell'acqua).
La scelta migliore rimane però un sistema a goccia, che consente di evitare gli sprechi idrici e calibrare la fornitura di acqua in base alle necessità. Se la pianta è in giardino si può utilizzare un sistema con gocciolatori, aspersori o micronebulizzatori, collegando l'impianto a un programmatore a una o due vie (che consente l'irrigazione su linee indipendenti, diversificandole per ritmi e quantità di acqua).
In terrazzo, se c'è un rubinetto o presa d'acqua si può installare un sistema con erogatori a goccia da collocare nei vasi, automatizzato da un programmatore, per un'irrigazione su misura e senza sprechi.
Se in terrazzo non c'è a disposizione un rubinetto, la scelta ideale è il sistema di microirrigazione Claber Aqua-Magic System, collegabile al serbatoio Claber Aqua-Magic Tank che consente di irrigare anche senza collegare l'impianto al rubinetto. Il kit contiene la dotazione completa per irrigare 20 vasi e un programmatore di facilissimo impiego, alimentato con pannello fotovoltaico per ottenere energia dal sole: non serve collegarsi alla rete elettrica.