Molto simili alle italiane "scarpette di Venere", le specie del genere Paphiopedilum sono originarie delle foreste dell’Estremo Oriente. Devono il nome alla curiosa forma del fiore, il cui labello è rigonfio e incurvato verso l’alto, a ricordare proprio una calzatura. Sono piante semiterrestri e crescono nell’humus sul terreno della foresta, dentro a fessure delle rocce e a volte anche sugli alberi.
Consigli di coltivazione
Hanno bisogno di una posizione luminosa ma non esposta direttamente al sole; anche in serra è necessaria un’ombreggiatura per evitare bruciature al fogliame. È un genere vasto, che comprende specie che crescono sulle montagne, dove le temperature restano piuttosto basse e altre a livello del mare, dove il clima è più caldo. Le specie da caldo vanno tenute a 15-29 °C; quelle da freddo a 7- 27 °C.
Da non dimenticare
Per la rifioritura bisogna somministrare un fertilizzante ad alto contenuto di azoto in primavera (tipo 30-10-10), passando a uno bilanciato (20-20-20) durante il resto dell’anno.
Paphiopedilum: come e quando irrigare
Paphiopedilum è un genere che richiede una alta umidità a livello radicale, senza però esagerare e senza lasciare ristagni idrici. Il substrato deve quindi essere innaffiato spesso perché deve rimanere sempre leggermente umido, in modo che le radici non si asciughino, ma in quantità moderata. Meglio irrigare per immersione, lasciando il vaso immerso in acqua non calcarea (piovana o demineralizzata) fin tanto che le radici non sono ben umide, per poi lasciare scolare l'acqua. È molto importante che non rimanga acqua alla base delle foglie, perché causerebbe marciumi ed altre patologie: irrigando bisogna quindi stare attenti ad immergere soltanto le radici.
In caso di assenza, le orchidee possono essere irrigata con l'aiuto di Claber Oasis, distributore d’acqua completamente autonomo, pronto all’uso in pochi minuti e in poco spazio. Non necessita di collegamenti al rubinetto o all’impianto elettrico.