Ortaggio dai molti nomi: roscano, capelli del diavolo, salsola, barba del negus, senape dei frati, bacicci (Liguria), lischi o barba di frate (Emilia Romagna) ecc. Quello botanico è Salsola soda. Se ne utilizzano le tenere foglie filiformi come verdura cotta o cruda, dal particolare sapore acidulato e intenso (non utilizzare sale per lessare o condire); mentre in passato veniva utilizzato anche per la produzione di soda. È una pianta erbacea annuale spontanea nei luoghi salati e lungo i litorali del Mediterraneo, dove forma densi cespugli ramificati, legnosi nella parte basale, alti fino a 70 cm, dalle sfumature rossastre. In coltivazione presenta uno stelo erbaceo quadrangolare alto 10-30 cm, succulento, con ramificazioni ascellari opposte e divaricate; le foglie sono lineari, lunghe da 5 a 9 cm, con nervatura chiara, anch’esse succulente. Produce piccoli fiori raccolti in infiorescenze, localizzati direttamente sul fusto alla base delle foglie.
Consigli di coltivazione
Si sviluppa nei periodi freschi dell’anno, da novembre-dicembre sino a maggio, dopodiché il caldo estivo fa seccare le piante. Il terreno deve essere soffice, non troppo fertile, ben drenato, privo di ristagni, preferibilmente salato. La posizione deve essere ben soleggiata. Si parte da seme (spargere una grande quantità di semente, perché molti semi non sono fertili) oppure da piantine già germogliate, vendute in mazzetti; semina o trapianto avvengono da novembre a marzo su file distanti 10 cm e a 10 cm una pianta dall’altra. La raccolta incomincia quando le piante iniziano a germogliare: durante tutto il periodo di sviluppo si prelevano i germogli, in modo da mantenere le piantine basse.
Da non dimenticare
Si consumano solo i germogli giovani, perché le ramificazioni più vecchie diventano coriacee e le foglioline quasi spinose.
Agretti: come e quando irrigare
La Salsola soda non ha certamente problemi a resistere alla siccità, anzi, ha problemi quando le irrigazioni sono troppo frequenti ed abbondanti. nei mesi più caldi sarà sufficiente innaffiare ogni 3-5 giorni, a seconda che la pianta venga coltivata in vaso o in piena terra, facendo attenzione ai dannosi ristagni idrici.
Per irrigare l'orto con il tubo da irrigazione, sia in giardino che in terrazzo, è utile dotare il tubo di una pistola multifunzione con getto concentrato, aerato, nebulizzato o doccia per scegliere l'idonea modalità di somministrazione dell'acqua.
La scelta migliore rimane però un sistema a goccia, che consente di evitare gli sprechi idrici e calibrare la fornitura di acqua in base alle necessità e bagnando alla base o sul terreno, senza bagnare le foglie degli ortaggi. Si può utilizzare un sistema con gocciolatori, aspersori o micronebulizzatori, collegando l'impianto a un programmatore a una o due vie (che consente l'irrigazione su linee indipendenti, diversificandole per ritmi e quantità di acqua).
Per l'orto in terrazzo, se c'è un rubinetto o presa d'acqua si può installare un sistema con erogatori a goccia da collocare nei vasi, automatizzato da un programmatore, per un'irrigazione su misura e senza sprechi.
Se in terrazzo non c'è a disposizione un rubinetto, la scelta ideale per l'orto in vaso è il sistema di microirrigazione Claber Aqua-Magic System, collegabile al serbatoio Claber Aqua-Magic Tank che consente di irrigare anche senza collegare l'impianto al rubinetto. Il kit contiene la dotazione completa per irrigare 20 vasi e un programmatore di facilissimo impiego, alimentato con pannello fotovoltaico per ottenere energia dal sole: non serve collegarsi alla rete elettrica.