Decisamente insolita tra le bulbose, questa pianta vivacizza il giardino soprattutto in tarda primavera, quando è in fiore, ma anche il fogliame e i frutti autunnali hanno un valore decorativo. L’arum appartiene alla famiglia delle Araceae ed è più conosciuto come gigaro. Dalle circa 25 specie esistenti la più diffusa nel nostro paese è Arum italicum, alta circa 40 cm, i cui fiori presentano una graziosa spata gialla, ma il cui motivo di fascino risiede anche nelle bacche che da un iniziale colore bianco-crema maturano in autunno in un bel rosso brillante.
Consigli di coltivazione
I tuberi, ovoidi, vanno interrati a 8 cm di profondità, con una distanza tra le piante di 10 cm. L’arum preferisce posizioni ombreggiate o semi-ombreggiate, è rustico e non teme il freddo, quindi si può lasciare a dimora durante l’inverno. Preferisce i suoli ricchi di humus, soffici e ben drenati e accetta la coltivazione in ampi vasi per guarnire una zona ombrosa del terrazzo. La riproduzione avviene per divisione dei cespi in autunno o a inizio primavera, oppure da seme, raccogliendoli all’interno dei frutti maturi.
Da non dimenticare
Molto suggestiva, questa piantina presenta però alcuni lati negativi: molti arum emettono odori forti e sgradevoli, di putrefazione, che naturalmente attirano le mosche: sono infatti impollinati da queste ultime e non dalle api. Tutti quanti, inoltre, sono velenosi in ogni loro parte e possono provocare dermatiti da contatto. E’ sconsigliabile quindi coltivarli in giardini frequentati da bambini, che potrebbero essere attirati dalle bacche sgargianti, ma tossiche.
Arum: come e quando irrigare
L'arum è piuttosto rustico e va innaffiato moderatamente, durante la bella stagione, quando il terreno è asciutto. In vaso, ovviamente, le annaffiature devono essere più frequenti. A seconda del clima, una volta finta la fioritura o quando i frutti sono maturati si sospendono le irrigazioni, lasciando alla pianta il tempo per rigenerare le energie prima del riposo invernale,
Soffre molto il ristagno idrico, come tutte le piante che nascono da bulbi, rizomi o tuberi.
Per irrigare la pianta in giardini e terrazzi dotati di rubinetto o presa d'acqua si può impiegare il tubo da irrigazione, dotandolo di una pistola multifunzione (getto concentrato, aerato, nebulizzato o doccia per scegliere l'idonea modalità di somministrazione dell'acqua).
La scelta migliore rimane però un sistema a goccia, che consente di evitare gli sprechi idrici e calibrare la fornitura di acqua in base alle necessità. Nelle aiuole in giardino si può utilizzare un sistema con gocciolatori, aspersori o micronebulizzatori, collegando l'impianto a un programmatore a una o due vie (che consente l'irrigazione su linee indipendenti, diversificandole per ritmi e quantità di acqua).
In terrazzo si può installare un sistema con erogatori a goccia da collocare nei vasi, automatizzato da un programmatore, per un'irrigazione su misura e senza sprechi. Se in terrazzo non c'è a disposizione un rubinetto, la scelta ideale è il sistema di microirrigazione Claber Aqua-Magic System, collegabile al serbatoio Claber Aqua-Magic Tank che consente di irrigare anche senza collegare l'impianto al rubinetto. Il kit contiene la dotazione completa per irrigare 20 vasi e un programmatore di facilissimo impiego, alimentato con pannello fotovoltaico per ottenere energia dal sole: non serve collegarsi alla rete elettrica.