L’aspidistra (Aspidistra elatior) era molto di moda all’inizio del secolo scorso, poi dimenticata a favore di specie esotiche più appariscenti; è l’unica specie in grado di sopravvivere rigogliosa in un luogo freddo e buio, senza nessuna cura. È un’erbacea perenne rizomatosa, con un denso ciuffo di lunghe foglie lanceolate, cuoiose e coriacee, verde scuro, che crescono direttamente dalle radici, spesse e carnose. I fiori, che non compaiono frequentemente, sono molto particolari, e spesso passano inosservati: spuntano direttamente dal terreno, tra le foglie, e sono di colore porpora-bruno, spesso puntinati di chiaro; sbocciano in estate e possono essere seguiti da una singola bacca nerastra con i semi; le piante anziane fioriscono più facilmente. Può vivere anche 30 anni.
Consigli di coltivazione
Ama ambienti freschi e poco illuminati, come ingressi e pianerottoli, ecc. ed è praticamente indistruttibile, in qualunque condizione e ambiente. Gradisce una collocazione luminosa, ma senza raggi diretti del sole, che causano un sensibile rallentamento della crescita e una rapida decolorazione delle foglie, ma sta benissimo anche a mezz’ombra o all’ombra completa, e tollera perfino due-tre giorni di mancanza totale di luce. Il suo intervallo termico è compreso tra –5 e + 40 °C: in inverno, se la pianta vive fuori bisogna coprire gli esemplari giovani e pacciamare la base di quelli vecchi, oppure ritirare il vaso in caso di gelate intense o prolungate. Cresce con grande lentezza, quindi non è necessario rinvasarla troppo spesso (ogni 2-4 anni). Il substrato deve del tipo universale, con un buon drenaggio sul fondo. In estate va annaffiata due volte a settimana, una in inverno (nessuna se vive all’aperto) appena il terriccio si asciuga del tutto. Può sopportare due settimane di siccità. Si può concimare una volta al mese da aprile a settembre con un prodotto liquido per piante verdi nell’acqua d’irrigazione.
Da non dimenticare
Dato che le foglie durano sulla pianta per quattro-cinque anni, se si rovinano rimangono malconce e brutte a vedersi: se il danno è notevole, è meglio reciderle alla base ed eliminarle.
Aspidistra: come e quando irrigare
Il terriccio deve risultare sempre appena umido, mai del tutto asciutto né fradicio a lungo: dopo 15 minuti dall'innaffiatura eliminare l'acqua ancora stagnante nel sottovaso per evitare che le la terra rimanga troppo bagnata.
Per conservare stabilmente un corretto livello di umidità nel terriccio è utile impiegare l'irrigatore automatico Claber Idris da inserire nel substrato del vaso, collegandolo all'apposito serbatoio o a una bottiglia.
In estate le piante di aspidistra in terrazzo e giardino gradiscono benefiche docce serali, ogni 3-5 giorni, impiegando una pistola a getto aerato e delicato disponibile per esempio nella gamma Claber Elegant Line. D'inverno, in casa, si può utilizzare una pompetta nebulizzatrice, una o due volte alla settimana.
In caso di assenza l'aspidistra regge senza irrigazioni per diversi giorni ma per conservarla al meglio è utile l'aiuto di Claber Oasis, distributore d’acqua completamente autonomo, pronto all’uso in pochi minuti e in poco spazio. Non necessita di collegamenti al rubinetto o all’impianto elettrico.