Il primo segnale che l’inverno sta finendo lo porta questo fiore timido e gentile ma di grande resistenza, capace di sopravvivere a geli intensi per emergere dal suolo, forando la crosta nevosa, ai primi raggi di sole, talvolta già a gennaio se non in dicembre.
Consigli di coltivazione
I piccoli bulbi di bucaneve vanno messi a dimora presto, da metà settembre in poi, in terreni leggeri e ricchi di humus, al sole o in mezz’ombra. Il posto ideale è ai piedi di alberi e arbusti o in macchie ai bordi dei manti erbosi. La facilissima coltivazione li rende idonei all’inselvatichimento: il bucaneve si moltiplica da solo e non ha bisogno di alcuna cura. Da evitare, però, i terreni troppo aridi e soleggiati in estate, dove la sopravvivenza dei bulbi sarebbe assicurata solo dal mantenimento di una certa umidità nel terreno. Si coltiva bene anche in vaso e i bulbi predisposti per la forzatura, reperibili nei garden center, sbocciano anche in casa, in vasetti con poca terra o acqua, in piena luce.
Da non dimenticare
Spesso si confonde il bucaneve con il campanellino d’inverno, specie affine (Leucojum vernum), simile ma con corolle più piccole e dai petali regolari. Entrambe le specie sono presenti nella flora selvatica delle Alpi e degli Appennini sebbene il campanellino stia diventando sempre più raro.
Bucaneve: come e quando irrigare
Il bucaneve va irrigato moderatamente non appena messo a dimora, dopodiché non necessita di alcuna annaffiatura, in quanto si sviluppa in un periodo dell'anno in cui abbondano le piogge e l'umidità. Solo in condizioni estremamente particolari è necessario innaffiare moderatamente quando le foglie cominciano a svilupparsi. È importante non bagnare i bulbi dormienti in estate.
Soffre molto il ristagno idrico, come tutte le piante che nascono da bulbi, rizomi o tuberi.
Per irrigare la pianta in giardini e terrazzi dotati di rubinetto o presa d'acqua si può impiegare il tubo da irrigazione, dotandolo di una pistola multifunzione (getto concentrato, aerato, nebulizzato o doccia per scegliere l'idonea modalità di somministrazione dell'acqua).
La scelta migliore rimane però un sistema a goccia, che consente di evitare gli sprechi idrici e calibrare la fornitura di acqua in base alle necessità. Nelle aiuole in giardino si può utilizzare un sistema con gocciolatori, aspersori o micronebulizzatori, collegando l'impianto a un programmatore a una o due vie (che consente l'irrigazione su linee indipendenti, diversificandole per ritmi e quantità di acqua).
In terrazzo si può installare un sistema con erogatori a goccia da collocare nei vasi, automatizzato da un programmatore, per un'irrigazione su misura e senza sprechi. Se in terrazzo non c'è a disposizione un rubinetto, la scelta ideale è il sistema di microirrigazione Claber Aqua-Magic System, collegabile al serbatoio Claber Aqua-Magic Tank che consente di irrigare anche senza collegare l'impianto al rubinetto. Il kit contiene la dotazione completa per irrigare 20 vasi e un programmatore di facilissimo impiego, alimentato con pannello fotovoltaico per ottenere energia dal sole: non serve collegarsi alla rete elettrica.