Il pero (Pyrus communis) è una pianta di origine asiatica coltivata da epoche lontane, amata dai Reali di Francia tanto che nel ‘500 a Versailles appositi poiriers selezionavano le varietà migliori per la mensa del Re. Il pero è un albero dalla chioma conica e dal bel legno dal colore bianco rosato di grana fine. Produce numerosi fiori bianchi a fine marzo, seguiti da frutti di diversi colori e forme a seconda della varietà. Quelle antiche sono di pezzatura più piccola ma di sapore eccellente.
Consigli di coltivazione
Ama i climi temperati e odia sia i terreni siccitosi che quelli troppo umidi (e anche quelli calcarei se è innestato su cotogno). La messa a dimora degli astoni innestati si effettua in autunno. A causa della diffusa autosterilità tra le cultivar, conviene mettere a dimora almeno due varietà diverse, tenendo una distanza di 1,5-2 m sul filare. Ogni due anni si concima con letame maturo, integrando con concimi a base di azoto fosforo e potassio. Si irriga in estate, poco e spesso. Le varietà poco produttive (Abate Fetel e Passa Crassana) si potano accorciando i rami, mentre le altre (William, Cosce, Butirre, Kaiser, Decane) preferiscono il diradamento.
Da non dimenticare
Sopporta bene i tagli e le manipolazioni, quindi può essere allevato in tante forme. Solo se è su portainnesti nanizzanti, il pero può essere coltivato in vaso, purché questo sia piuttosto ampio.