In Italia, l’albicocco si coltiva soprattutto nel Sud, dalla Campania in giù, mentre nel Nord (Emilia Romagna e Piemonte) si trova bene in collina, dove in genere le brinate non arrivano: bastano poche ore sotto lo zero a fine fioritura per provocare la totale perdita dei frutti. Le albicocche sono ricche di beta-carotene, un precursore della vitamina A, utile per la salute della pelle e degli occhi.
Consigli di coltivazione
Si adatta facilmente a diversi tipi di terreno, anche a quelli poco fertili e piuttosto aridi. Il ciclo vegetativo è compreso tra la fine di febbraio e la fine di maggio. La prima operazione necessaria è il diradamento dei frutti: se l’allegagione è eccessiva, la pianta non riesce a formare i fiori per l’anno successivo. Tra un frutto e l’altro deve rimanere una distanza di circa 10 cm. Fino alla maturazione dei frutti non sono generalmente necessarie irrigazioni e concimazioni, a meno che la siccità duri più di 15 giorni. Dopo la raccolta bisogna invece irrigare, per aiutare la pianta a recuperare le energie spese e prepararla per l’annata seguente. Alla fine dell’estate serve una concimazione di base con azoto per costituire un’adeguata riserva da utilizzare nella stagione successiva.
Da non dimenticare
La potatura, da effettuare in autunno, deve diradare i rami produttivi eliminando circa il 50% delle gemme a fiore.