Originario del Mediterraneo orientale e della Turchia meridionale, è arrivato in Italia in tempi remoti, probabilmente a opera dei Fenici. Nel tempo è divenuto un elemento paesaggistico di determinate regioni, come la Liguria, la Toscana, le Marche e l’Umbria. Alto fino a 30 m, ha tronco diritto e slanciato, con corteccia grigio cenere o grigio-bruna, sfibrata negli esemplari vecchi. Il portamento è in genere colonnare (ma nella varietà horizontalis è piramidale), con rami eretti. La chioma compatta è di colore verde brillante, data da foglie piccole, opposte, squamiformi, dal caratteristico odore. I frutti (chiamati galbuli) sono tondeggianti, prima verdi e poi grigi.
Consigli di coltivazione
Pianta tipicamente mediterranea, predilige zone con inverni miti e piovosi ed estati calde e asciutte. Non teme il freddo e non è esigente in fatto di terreno (basta che sia ben drenato). Una posizione soleggiata ne favorisce la crescita. Le annaffiature sono gradite nei primi anni dall’impianto. Una concimazione autunnale è apprezzata ma non indispensabile.
Da non dimenticare
Teme vento e la neve che possono danneggiarne la chioma aprendola in modo irreparabile, così come un eccessivo inquinamento urbano. Negli anni scorsi è stato decimato dal fungo parassita Coryneum cardinale, causa del cancro del cipresso, contro il quale sono stati creati cloni resistenti (che non si ammalano).